CONSERVATORIO DI MUSICA
“G. VERDI” DI MILANO

Corso di
Cultura Musicale Generale
(Joanne Maria Pini)

CORRISPONDENZE
fra suoni e colori
(parte seconda)


Francobollo commemorativo nel centenario della nasciota di Scrjabin

La musica è il sentiero della Rivelazione. Non puoi immaginare quale potente
metodo di conoscenza essa sia. Se tu sapessi quanto ho appreso dalla mia musica!
Tutto ciò che apprendo, lo apprendo dalle mie composizioni (Scrjabin a Sabaneev)

Ricerca di:
Jacopo Jerzy Grasso


ANNO ACCADEMICO 2004/2005



 



Indice
 

 

Scrjabin e Prometeo

Analisi di Prometeo - Poema del fuoco

Corrispondenze suono - colore nel Prometeo

I programmi di sala del Prometeo

Bibliografia, sitografia, discografia

 

[CORRISPONDENZE parte seconda]



Scrjabin e Prometeo

"Solo la mia musica esprime l'inesprimibile" (A. Scrjabin)

Il compositore russo Alexander Scrjabin (Mosca 1872 - 1915), che in questa mia ricerca sui rapporti fra musica e pittura occupa il centro della scena assieme al pittore Kandinskij, dopo un certo periodo di oblio è tornato prepotentemente al centro dell'attenzione dei programmi di concerto e degli studi musicologici, che hanno riconosciuto alla sua opera visionaria il valore di anticipazione delle maggiori sperimentazioni moderne, da Debussy a Schönberg e Stravinskij (come peraltro avevano già compreso i maggiori artisti suoi contemporanei, fra i quali in prima fila, appunto, Kandinskij).
Uno dei maggiori esperti studiosi di Scrjabin si è dimostrato l'americano Faubion Bowers, allievo della classe di pianoforte di Cortot e Siloti alla Julliard, la cui carriera concertistica fu interrotta dalla seconda guerra mondiale (decorato, fu tra l'altro aiutante e interprete di Mac Arthur durante l'occupazione del Giappone).
Quelle che seguono sono le pagine dedicate a "Prometeo - Poema del fuoco" tratte dall'ultima biografia critica su Scrjabin pubblicata da Bowers nel 1973 e tradotta in Italia solo nel 1990.
(J.J.G.)

 

copertina della biografia di Bowers su ScriabinLa Quinta, l'ultima e la più grande sinfonia di Skrjabin è Prometeo: il Poema del Fuoco op. 60. «Sinfonia» perché, come l'Estasi, segue la forma sonata e «Poema» perché è libera, con lo sviluppo e la coda più lunghi dell'esposizione e della ripresa.
La composizione del Prometeo, nonostante l'imponente dimensione della grande orchestra - pianoforte solista, gran quantità di trombe e corni, campane speciali, organo, coro ed effetti di luce - richiese un solo anno di tempo, il 1909.

Sabaneef racconta la prima volta in cui l'autore accennò alla composizione. Si trovano ad un ricevimento a Mosca a casa di Koussevitzkij. Skrjabin si gira all'improvviso e dice: «Che progetti, che progetti ho! Sapete, metterò delle luci nel Prometeo [egli sussurrò la parola «luci»]. Ve lo suonerò. Luci. È un poema del fuoco. Qui la sala cambia colori. Ora risplendono; ora si tramutano in lingue di fuoco. Sentite come tutta questa musica è autentico fuoco».
Poi si mise a fare una disquisizione: «Che sogni faccio talvolta! Ma non sono sogni: sono visioni, illusioni che diventano tangibili, suoni che sono quadri... Cosa diventerà ... cosa diventerà! Sapete, ci sono dei tempi lentissimi nel Prometeo: nessuno mai prima ha suonato così lentamente. Non pensate che la musica possa stregare il tempo e fermarne il ritmo? L'eternità deve estendersi dal momento del languore alla completa smaterializzazione ...»; la conversazione si perse nella tipiche divagazioni di Skrjabin.

Il Poema del Fuoco fu la prima composizione multimediale che prevedeva nella partitura veri e propri effetti di luce. Non più tardi del 1891 a Parigi era stato eseguito il Canto di Salamene come «sinfonia spirituale» con suoni, luci e profumi. Poco più tardi, in America, fu messo in scena Viaggio in Giappone in Sedici Minuti con danzatrici geishe, profumi e musica. Ma Skrjabin elevò gli «show» da prodotto commerciale e spettacolare alla dignità di arte seria. Nel Prometeo voleva che si distinguessero visivamente le tonalità nel loro sviluppo. Voleva che l'occhio si centrasse sulle sonorità create per l'orecchio.

Nella partitura la linea superiore della tastiera per luce (uno strumento a colori che a quel tempo esisteva solo nel cervello di Skrjabin e nella parole di Mozer, che assicurava lo si potesse realizzare) indica la tonalità e cambia col mutare di quella. La linea inferiore è mistica, una progressione per toni interi che rappresenta l'inspirare e l'espirare del Brahman, l'evoluzione graduale della razza. Bisogna sottolineare che Skrjabin non vedeva i colori come note singole, ma come tonalità e insieme di accordi. Più tardi passò dalla musica dei colori alla musica della luce, dalla dipendenza visiva dai suoni all'indipendenza tra luci colorate e composizione.
Condivideva le sensazioni ottiche della musica con Rimskij-Korsakov, che ben prima del Poema del Fuoco aveva scritto: «L'armonia è luce e buio. Maggiore e minore. Gioia e dolore. Chiarore, ombra, oscurità. L'orchestrazione e il timbro in generale: faville, radiosità, trasparenza, ombra; lucentezza, fulmini; chiaro di luna, sorgere del sole, tramonto, opacità, tenebre». Questa potrebbe essere la descrizione del Prometeo, dove Skrjabin parlava di raggi di luce, di lampi saettanti, splendenti brume e chiarori cosmici.

Prometeo: il Poema del Fuoco è la composizione musicale più densa di teosofia che sia mai stata scritta. Il suo simbolismo è infinito. L'accordo di apertura di sei suoni rappresenta il caos originario, l'universo prima che la vita fosse vissuta e i destini e le generazioni si accumulassero. Il primo tema intona il Principio Creativo. L'attimo dell'offerta del fuoco è annunciato all'improvviso da una successione di quattro accordi di quarte aperte delle trombe, seguiti immediatamente dal tema della Volontà della tromba solista, un'ascesa graduale di intervalli sempre più ampi. Poi incomincia il tema equanime, l'Alba della Coscienza Umana, che Skrjabin talvolta chiamava «Ragione».

Il pianoforte rappresenta l'Uomo o microcosmo e interviene imperiosamente suonando il tema della Volontà interpretato prima dalla tromba. L'orchestra simboleggia il Cosmo o macrocosmo. Nella partitura, al [2], compare al pianoforte il tema della Gioia di Vivere (Skjabin lo chiamava anche la «Danza della scoperta di sé») — uno dei frammenti di ritmo di valzer di Skrjabin — costituito dall'ultimo lembo del tema dell'Alba della Coscienza Umana. Al [3] il pianoforte, ancora in ritmo di valzer, delinea il tema del Gioco dello Spirito Creativo o tema dell'Attività e del Movimento. La discesa di un intervallo di nona minore, che Skrjabin segna con accenti, sottolinea il momento della discesa dello spirito nella materia. Al [9] il pianoforte assume grandiosamente il tema del Principio Creativo che diviene poi Ego. La materia è diventata ora spirito, da qui la modulazione di quarta giusta in tono più elevato. Le melodie e i temi derivano dall'armonia iniziale — vi sono in totale undici frasi o motivi — e hanno diversi significati: languore sensuale, esorcismo magico, arrestarsi del tempo, etc. Violino e flauto rappresentano alternativamente l'emozione umana o il sentimento entusiastico e infuocato.

Per tutta la composizione Skrjabin si occupò della discesa dello spirito nella materia, o «materializzazione», e della trasformazione della materia nello spirito originario, luci e bagliori, o «smaterializzazione». C'è un continuo movimento controbilanciato, inspirazione ed espirazione del Brahman, impressione ed espressione, involuzione ed evoluzione. Alla fine l'Anima o Spirito incarnato è liberato nuovamente nell'etere come disincarnazione pura, nirvana o polvere cosmica, sfiorato dal vento e dalle stelle, investito dai venti solari e dagli orgasmi galattici dell'estasi.

Entra il coro emettendo suoni senza significato — mormorii ed ah, e, o, ho — che rappresentano il verso inarticolato del bimbo appena nato, il dispiegarsi dell'unità in molteplicità, il progredire da uomo a Umanità. La frase finale del Poema in quarte aperte ascendenti, accennata per la prima volta nell’Estasi, viene sviluppata ora come tema indipendente di auto affermazione, o «Io sono».
Skrjabin parlava allo stesso modo del Prometeo come di Satana e Lucifero, suggerendo così l'aspetto demoniaco della sua natura e della sua musica. Queste tre figure della religione e della storia furono tutte «portatrici di luce» come Skrjabin. Quando Satana precipitò dal cielo produsse una scia di luce. L'Arcangelo Lucifero era in cielo la Stella del Mattino. Prometeo, naturalmente, rubò le scintille prodotte dalle ruote della biga degli dei che rombava attraverso il firmamento e diede sulla terra il fuoco all'uomo. Skrjabin amava questi tre grandi ribelli, che sfidando Dio, resero l'uomo capace di eguagliare e poi superare Dio stesso. Skrjabin sentiva che questo tipo di supremazia gli era del tutto congeniale.

(Faubion Bowers, Skrjabin, Gioiosa Editrice, 1990, pp. 203-207)

 

 

 

Analisi di Prometeo - Poema del fuoco

foto di ScrjabinSecondo l’antica leggenda greca, Prometeo rubò le scintille dalle ruote del cocchio degli dei che correva con fragore per il firmamento e donò il fuoco agli uomini violando il divieto divino. Zeus lo incatenò sul monte Caucaso e ordinò a un avvoltoio di beccargli il fegato finché un umano non si fosse offerto di morire in sua vece.

Scrjabin adorava la storia di Prometeo, il ribelle che portò agli uomini il fuoco, ovvero “la fiamma della saggezza”. Scrjabin era anche affascinato da Satana, l’arcangelo talmudico cacciato dai cieli a causa del suo orgoglio e della sua disobbedienza. Scagliato in cielo dalla mano destra di Dio, Satana emanò un lampo di luce quando si schiantò a terra. C’era anche Lucifero il portatore di luce che, espulso dal Cielo per aver sfidato Dio, diventò la stella del mattino, Venere.

Prometeo, Satana e Lucifero ebbero tutti a che fare con la luce e il fuoco, e così pure Scrjabin. Molto presto Scrjabin aveva cominciato ad associare i colori con le tonalità, e in Prometeo: Il Poema del Fuoco egli incluse nella partitura una tastiera luminosa, uno strumento che neanche esisteva a quel tempo. Sebbene ai nostri giorni si diano spesso esecuzioni del Prometeo come spettacolo di luci, Scrjabin non vide mai realizzata la sua idea. Si accontentò della visione interiore di fasci di luce, bagliori di fiamma e lingue di fuoco che riempivano la sua testa mentre scriveva e ascoltava la sua musica.

La notazione per la “tastiera per luce” consiste di due parti. La parte inferiore, tesa a inondare la sala di un’atmosfera di luce, progredisce a toni interi e rappresenta l’idea scriabiniana dell’”evoluzione della razza”, l’evoluzione spirituale sperimentata dal pubblico attraverso l’ascolto. La parte superiore indica la tonalità e provoca continui cambiamenti di colore per ogni nuovo accordo. L’intensità della luce segue la dinamica della musica.

Il simbolismo di Scrjabin in Prometeo è virtualmente inesauribile. Egli rivestì le sue note, arpeggi e accordi di precisi propositi magici. È la composizione musicale più densa di Teosofia che sia mai stata scritta. Per noi che viviamo alla fine del XX secolo è difficile comprendere quanto diffuse e coinvolgenti fossero le idee teosofiche all’inizio del secolo. Scrjabin non fu mai un membro effettivo della Società Teosofica, sebbene abbia partecipato ad alcuni convegni in Svizzera.

Prometeo si apre con un accordo sostenuto di sei note di quarte (perfetta, aumentata, diminuita: La-Re#, Sol-Do#, Fa#-Si). Questo suono rappresenta il Caos originario, l’inizio di tutto. I corni poi intonano il tema del “Principio Creativo”, che stabilisce l’unità di armonia e melodia.

Alla battuta 21 (più animato) le trombe in una successione di accordi di quarte aperte annunciano il momento del dono del fuoco. Immediatamente il fuoco si accende e la tromba suona il tema della Volontà, una breve melodia ascendente composta di intervalli in progressione aritmetica. Le trombe ripetono il loro incitamento all’azione e il loro va e vieni simbolizza la discesa dello spirito nella materia seguito dall’ascesa della terra nel cielo o dell’anima nell’aldilà. L’introduzione finisce con un breve motto, un tema appena accennato di scala cromatica che suggerisce sofferenza. Come in Bach, l’anima si risveglia attraverso il patimento.

Alla battuta 26 (contemplatif), l’Esposizione inizia e la tonalità si stabilizza in Fa#. Scrjabin chiamò questo tema “Alba della Coscienza Umana”. Più avanti (battuta 370), alla fine del climax estatico dello Sviluppo e prima che cominci la Ricapitolazione (una terza maggiore sotto l’Esposizione, a simboleggiare che lo Spirito è disceso nella Materia), Scrjabin designa il tema “Alba della Coscienza Umana” come “sublime”, celebrando la Coscienza divenuta Ragione.

Alla battuta 30 l’entrata del piano rappresenta l’Uomo o Microcosmo mentre l’orchestra diviene il Cosmo o Macrocosmo. La melodia di soprano è il tema della Volontà, e la sua conclusione è immediatamente seguita da arpeggi ondeggianti che indicano paura o fuga. Alla battuta 99 appare l’erotismo di Scrjabin. Dei trilli suggeriscono estasi erotica, rapimento, piacere e godimento provocati dalla scoperta di sé da parte dell’Uomo. Il violino solo alla battuta 107 annuncia la voce umana del sentimento e della passione. Alla battuta 131 il pianoforte delinea il tema del Principio Creativo (una quarta perfetta più alta a mostrare che la Materia è ascesa nello Spirito) e Scrjabin indica qui la melodia come “maestosa” mentre le figure d’accompagnamento in basso sono fougueux a significare “ardenti e appassionate”. Egli ora chiama questo tema “Ego”.

Poco prima della battuta 145 (limpide) il tema "Ego" del pianoforte finisce con un motto di dolcezza, tenerezza, morbidezza. A "sordo, minaccioso", due trombe suonano un frammento di intervallo – una quarta giusta – che dice ya yesm (io sono). Questa auto-affermazione è seguita da passaggi che Scrjabin considera pura magia, nel senso di incantesimi mistici o esorcizzanti.

Lo Sviluppo comincia alla battuta 193. Qui il piano sviluppa il frammento di tromba “io sono” in un volo ascendente di quarte perfette e in una progressione ritmica matematica di numeri da tre a quattro a cinque. Alla battuta 235 Scrjabin descrive la “sconfitta delle paure attraverso la sfida”. Gradualmente tutti i temi sono trasformati in intonazione, volume, ornamentazione, ampliamento o abbreviazione, a simboleggiare i molteplici cambiamenti che l’uomo può subire nella scoperta delle sue possibilità. Finalmente, alla battuta 355, l’Uomo è veramente vittorioso su se stesso e su Dio attraverso l’azione, l’attività, la scoperta di se stesso, l’esperienza e il rituale mistico.

Alla battuta 393 il pianoforte attacca in ritmo di valzer il tema della Danza della Vita. L’orchestra diventa via via più luminosa e fiammeggiante con onde di sonorità brillanti. L’uomo diviene ora Genere umano, unità volta in molteplicità, e la possessione estatica di Scrjabin è completa. Alla battuta 510 comincia la Danza Cosmica degli Atomi. Tutti i profili dei temi si frantumano e vanno in pezzi. Il mondo degli uomini è smaterializzato e disintegrato nella polvere cosmica del Nirvana. Lo Spirito incarnato dell’Uomo è di nuovo liberato, puro e incorporeo, nell’etere. Spazzato e sospinto da venti stellari e da estatici orgasmi galattici nel nulla e nel vuoto.

Nonostante la profusione di istruzioni e spiegazioni riguardo al simbolismo di Prometeo che Scrjabin ci ha lasciato – con tutte le loro contraddizioni e ripensamenti – e riconoscendo il suo desiderio di scrivere musica “che non è più musica ma qualcos’altro”, e cioè “rivelazione”, egli stesso qualche volta ha affermato di preferire che il pubblico si accostasse - non preparato - alla sua musica prima di tutto in quanto musica. Egli può aver chiamato la propria musica “dimostrazioni” o “manifestazioni”, e tuttavia la avvertiva in se stessa autosufficiente. Una volta deplorò il fatto che l’enorme successo della ricezione di Prometeo a Londra nella primavera del 1914 (con Bernard Shaw, John Sargent, Osbert Sitwell ad applaudirlo fra gli altri ascoltatori) fosse dovuto al suo “misticismo molto più che alla sua musica”.

Copertina della partitura di PrometeoE ancora, quando la partitura fu pubblicata egli insisté per avere in copertina un dipinto di Jean Delville, suo amico belga, pittore e seguace della Teosofia. Il volto androgino di Prometeo con la Fiamma della Saggezza accesa sulla fronte spunta dalla lira, o mondo della musica, cha balza su dal loto, o grembo di pensiero dell’Asia. Alla base due triangoli sovrapposti nero e bianco disegnano una stella a cinque punte, antico simbolo di Lucifero. Sopra tutto ciò splende il sole, al di sotto c’è il profilo della terra. Dappertutto comete, galassie a spirale, stelle, luci e fiamme. La domanda rimane sempre: quanto si avvicinò Scrjabin alle grandiosità della sua mente con le miracolose meraviglie della sua musica?

Faubion Bowers (1979) (Traduzione originale dall'inglese dell'introduzione alla partitura di Scriabin, Prometheus, The Poem of Fire, op.60, Edition Eulenburg No.8008, London)

 

 

 

 

Corrispondenze suono - colore nel Prometeo

 

suono-colore

Nella tabella skrjabiniana le note si dispongono a ciclo di quinte, e tutti i commentatori ripetono che il musicista correla affinità cromatica e affinità armonica: basta un'occhiata per accorgersi che se ciò è vero per la metà destra non così può dirsi per la sinistra. Fermo restando che al viola è affidato il punto più alto (FA#) e al rosso il più basso (DO), alla parte destra troviamo i sette colori dello spettro, mentre alla sinistra un digradare di sfumature dal viola al rosso. Skrjabin deve collegare ai colori dodici suoni e non solo sette. Si tratta ora di speculare su quale criterio può aver informato le scelte del musicista.

Essendo il dodici numero zodiacale, ciclico, per eccellenza, converrà confrontare le corrispondenze tra i dodici segni e i colori. Stando al punto di vista teosofico , i primi sette segni (dall'Ariete alla Bilancia) si collegano ai colori dello spettro (metà destra della Tavola II); agli altri cinque (metà sinistra della Tavola- II) corrispondono cinque colori diversi ma affini che l'umanità non percepisce (o distingue) ancora, al pari di ciò che accadeva nell'antica Grecia dove il verde e l'azzurro erano indicati con un solo termine (glaukos). Questi colori sono per ora designati col nome globale di fior-di-pesco (secondo R. Steiner; il MIb della tabella skrjabiniana) o porpora (secondo Goethe; il REb della tabella).

Guénon ha dimostrato abilmente che la divisione consueta in sette colori è arbitraria; "infatti, si possono mettere i tre colori fondamentali ai tre vertici di un triangolo, e i tre complementari a quelli di un secondo triangolo rovesciato rispetto al primo, in modo tale che ogni colore fondamentale e il suo complementare si collochino in punti diametralmente opposti; e si vede che la figura così formata non è altro che quella del sigillo di Salomone. Se si traccia il cerchio nel quale è inscritto il doppio triangolo, ciascun colore complementare vi occuperà il punto situato in mezzo all'arco compreso fra quelli in cui sono posti i due colori fondamentali dalla cui combinazione esso è prodotto." Poco oltre Guénon osserva come con un'ulteriore suddivisione si giungerebbe a dodici colori, ordinatamente disposti in circolo; e ciò avrebbe dovuto fare Skrjabin per ottenere un corrispettivo cromatico della divisione duodenaria dell'ottava.

 

 

 

 

I programmi di sala del Prometeo

Mentre tutti i lavori di un certo impegno sono accompagnati da un programma dettato o scritto da Skrjabin stesso, così non è per il Prometeo, sprovvisto della benché minima indicazione dell'autore. Ciò procura in genere un senso d'impaccio agli studiosi che devono occuparsi della partitura; scrive von Gleich:"Per spiegare più ampiamente il senso del Prometeo manca disgraziatamente un testo che si riallacci alla musica così chiaramente come avviene per il Poème de l'Extase." Asafiev dice che "il carattere del poema è molto oscuro." Secondo Danilevitch "Skrjabin ha segnalato che questa composizione non ha che un rapporto tutto esteriore con il mito antico di Prometeo. Per lui, Prometeo rappresenta il simbolo dell'attività eterna, l'io creatore dell'artista egocentrico (...) Ma, in senso generale, la musica è astratta e concepita assai schematicamente perché la si possa associare ad idee concrete."

Ciò che si nasconde dietro il velo del mito è in definitiva ineffabile, trascendente, e non può essere piegato alla parola senza indurvi deformazioni o limitazioni. La mancanza di un testo esplicativo è programmatica, e non una "sfortuna" come vorrebbe von Gleich, poiché un testo avrebbe fatalmente risospinto Skrjabin nelle secche della "musica a programma" a cui a modo suo stava sfuggendo; avrebbe anche distrutto la natura simbolica del Prometeo: il simbolo spiegato cessa di essere tale.

Tuttavia il Prometeo non passa certo inosservato, se non altro per il titolo e per la corrispondenza suono-colore: non è musica pura. Così l'autore permise la diffusione di programmi di sala che, non essendo compilati da lui stesso, avevano il vantaggio di non comprometterlo in prima persona.
La prima assoluta di Promethée ou Le Poème du Feu ebbe luogo a Mosca il 2 marzo 1911 e fu accompagnata da una nota di Sabaneev, autorizzata dal musicista, ove si dice:
Per Skrjabin, Prometeo, Satana e Lucifero si confondono nel mito antico. Rappresentano l'energia attiva del Cosmo, il principio creatore, il fuoco, la luce, la vita, lo sforzo, l'idea. La sua prima manifestazione è l'attesa impaziente, la sete di vivere: in tale impazienza si traduce la polarità di Spirito e Materia, lo slancio creatore dà vita all'ostacolo, l'inerzia origina la materializzazione, e poi l'immobilità delle forme fisse. Più tardi lo Spirito entra in conflitto con questa Materia che ha scelto egli stesso per limite e, dominatalo, ritrova la pace primitiva (...) chiudendo così il ciclo.

Questo programma trae origine da un colloquio col compositore: anche se le idee di quest'ultimo sono riportate con distacco, appaiono nell'insieme appropriate.
Differente è il caso delle esecuzioni londinesi. Lì il Prometeo fu eseguito la sera del 1° febbraio 1913 e immediatamente replicato, sollevando insieme polemiche e accoglienze entusiastiche (tra i più esaltati ammiratori G.B.Shaw), sì che il compositore fu invitato per sedere al pianoforte in una nuova esecuzione il 14 marzo 1914. Infaticabile promotrice di questa campagna pro-Skrjabin era la musicologa Rosa Newmarch, che scrisse pure la notizia per il programma del 14/3/1914, qui riportata:
Secondo l'insegnamento della Teosofia, le prime razze umane, non ancora rischiarate dalla scintilla prometeica, erano fisicamente incomplete, possedendo solo l'ombra dei corpi, senza peccato, perché non provviste di una personalità cosciente - in termini teosofici, senza karma. Da questa condizione furono liberate dal dono di Prometeo - il fuoco che destò il cosciente potere creativo dell'uomo. Ma tra queste vaghe entità alcune erano preparate a ricevere la scintilla più che altre. Le più avanzate compresero il valore del dono e lo usarono in un piano spirituale più alto: esse divennero gli Arhat o Saggi delle generazioni successive. Le meno evolute spiritualmente se ne servirono per scopi materiali, ottenendo male e sofferenza. Così, il dono prometeico assunse un aspetto duale: da un lato rappresentò un vantaggio, dall'altro una calamità.

Nella stessa rivista in cui riporta il programma, la Newmarch confessa che esso è unicamente opera sua, elaborato in base a quello precedente di Sabaneev ed a suoi personali studi della partitura: la pagina fu comunque approvata da Skrjabin. Rispetto alla nota di Sabaneev, questa si mostra più agguerrita sul piano delle cognizioni teosofiche.
Skrjabin disapprovava la citata pratica della doppia esecuzione, ritenendo non potersi eseguire (e neppure ascoltare) con la necessaria intensità lo stesso brano due volte di seguito. Pari diffidenza nutriva nei confronti di quei facili trionfi londinesi, comprendendo come il velo di esoterismo di che s'ammantava il suo Prometeo più della musica allettava una città e un ambiente intellettuale dove simili argomenti avevano forte presa. Il Prometeo, insomma, "faceva moda", e ciò impediva la giusta attenzione alla sua musica.

prima pagina della partitura di Prometeo

 

 

 

 

Bibliografia, sitografia, discografia


Testi di riferimento per la presente ricerca
- Maurice Touzé. Les Sons et les Couleurs. In La Revue Musicale. Décembre-janvier 1953 Numéro 219. Numéro spécial: La musique et le ballet.
- Hellmuth Christian Wolff. La musica e la pittura moderna. In Quaderni della Rassegna musicale (diretti da Guido M. Gatti). Musica e arti figurative. Einaudi. Torino 1968.
- Hans Heinz Stuckenschmidt. Neue Musik
. Suhrkamp Verlag, Berlino 1951. Ed. italiana La musica moderna. Einaudi. Torino 1960.
- Faubion Bowers. The new Scrjabin. Enigma and answers. New York 1973. Ed. italiana Scrjabin.Introduzione di Vladimir Askenazy. Giosa Editrice. Milano 1990.
- Scriabin. The Poem of Fire Op.60. Ernest Eulenburg Ltd. London 1980 (spartito con introduzione di Faubion Bowers).
- Luigi Verdi. Alexandr Scrjabin tra musica e filosofia. Passigli Editori. Firenze 1991.
- Manfred Kelkel. Alexandre Scriabine. Sa vie, l'ésotérisme et le langage musical dans son oeuvre. Librairie Honoré Champion Editeur. Paris 1984.
- Vladimir Jankélévitch. La musique et l'ineffable. Armand Colin 1971. Ed. italiana La musica e l'ineffabile. Tempi Moderni Edizioni. Napoli 1985.
- Bruno Cerchio. Filosofia e mito nel "Prometeo" di Scrjabin. Tesi di laurea. Inedito.
- L’elaborazione della immagine Visiva. Le Scienze Dossier N°9 Autunno 2001 pp.86/94.
- Claude Lévi-Strauss. Dei suoni e dei colori in Régarder écouter lire. Librairie Plon 1993. Ed. italiana Guardare ascoltare leggere Il Saggiatore. Milano 1993 pp.111/122.
- Ruggero Pierantoni. La trottola di Prometeo. Introduzione alla percezione acustica e visiva. Laterza. Bari 1996.

Scritti di Kandinskij sul suo rapporto con la musica
- V.Kandinskij. Über das Geistige in der Kunst. München 1912. Ed. italiana Dello spirituale dell’arte. De Donato. Bari 1968.
- V.Kandinskij. Punkt und Linie zu Fläche. München 1926. Ed.it. Punto, linea, superficie. Adelphi, Milano 1968.
- V.Kandinskij. Tutti gli scritti, a cura di Philipp Sers, III vol. Feltrinelli. Milano 1974.
- V.Kandinskij. Testo d’autore e altri scritti russi. 1902-1922, a cura di G. de Michelis. Bari 1975.
- V.Kandinskij. Scritti intorno alla musica, a cura di Nilo Pucci. Discanto. Fiesole 1979.

Testi su Kandinskij e la musica, Kandinskij e Scrjabin
- Der blaue Reiter a cura di V.Kandinskij-F.Marc, München 1912. Ed.it. Il cavaliere azzurro. De Donato. Bari 1967.
- A.Schönberg-V.Kandinskij. Briefe, Bilder und Dokumente einer aussergewöhnlichen Begegnung, a cura di J. Hahl-Koch, Residenz, Salzburg 1980. Ed. italiana, Musica e pittura. Lettere, testi, documenti. Einaudi. Torino 1988. (La corrispondenza epistolare fra Kandinskij e Schönberg e alcuni importanti testi di Kandinskij).
- L.Verdi. Kandinskij e Skrjabin. Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria. Akademos. Lucca 1996. (Ricca e inedita documentazione sulle analogie fra le esperienze artistiche di Skrjabin e Kandinskij).
- N.Misler. Per una liturgia dei sensi. Il concetto di sinestesia da Kandinskij a Florenskij, in «Rassegna Sovietica». II 1986, pp.37-44.
- G.P.Minardi. Il cavaliere azzurro e la scuola di Vienna. Quaderni del Teatro Regio, XXII. Parma 1989. pp.183-214.
- D.Pècaud. Essai: Le temps d’un espace/Scriabine/Kandinsky, in «Musique en jeu», XXVI 1977. pp.109-111.

Sitografia
http://www.scriabinsociety.com (sito della Scriabin Society of America, fondata nel 1995)
http://home.planet.nl/~austbo/lucepage/LUCE1.html (un esempio di realizzazione con luci e colori del Prometeo di Scriabin)
http://members.bellatlantic.net/~restemey/Scriabin/Scriabin.html (sito americano su Scrjabin con foto, testi, musiche e link)
http://www.geocities.com/Vienna/1077/index.html (pagine Web su Scrjabin: biografia, midi files, opere, fotografie, link)
http://users.unimi.it/~gpiana/demus.htm (De Musica - Sito del Seminario Permanente di Filosofia della Musica del Dipartimento di Filosofia - Università di Milano - coordinatore: Carlo Serra - direzione scientifica: Giovanni Piana, Edoardo Ballo, Elio Franzini, Gabriele Scaramuzza)
http://users.unimi.it/~gpiana/dm6/dm6kmlv.htm (Luigi Verdi: Kandinskij e la musica, con vasta bibliografia sull'argomento)
http://users.unimi.it/~gpiana/dm3/dm3kanmb.htm (Matilde Battistini: Riflessioni su Vasilij Kandinskij e la musica)
http://users.unimi.it/~gpiana/dm3/dm3bikmb.htm (amplia bibliografia di Matilde Battistini su Kandinskij e la musica)
http://users.unimi.it/~gpiana/dm3/dm3kledg.htm (Daniela Gamba: Fare pittorico ed essere musicale nell'opera di Paul Klee)
http://www.carla146.it/documenti/pagine/pageart06.htm (si possono leggere diverse pagine tratte da V. Kandinsky - Tutti gli scritti - vol.1 e 2 - Feltrinelli 1973)
http://www-pub.naz.edu:9000/~rhughes4/alansite/Sensation.html (sugli aspetti neurofisiologici dei rapporti fra percezioni uditive e visive)
http://www.colordesign.it (Sito di Giulio Bertagna e Aldo Bottoli, con pagine molto interessanti su Fisica, Percezione e Psicologia del colore)
http://www.sussidiario.it/psicologia/intelligenza/visiva/ (su immaginario e percezione visiva)
http://www.carla146.it/documenti/pagine/pageart04.htm (sulla percezione visiva del colore)
http://www.edscuola.com/archivio/lre/spaziotempo.html (su spazio,tempo e percezione)
http://www.boscarol.com/pages/storia/00-newton.html (sul cerchio cromatico di Newton)
http://www.grupposinestetico.it (sito del Gruppo Sinestetico)
http://www.programmaitalia.com/sinestesiaeartesinestetica (su filosofia, estetica e arte della sinestesia)
http://www.programmaitalia.com/sinestesiaeartesinestetica/colour (sulla sinestesia suono-colore)
http://labstudenti.unicatt.it/psicologia/DIP/Gambirasio/sinestesia.htm (su sinestesia e pedagogia)
http://ephp.dpac.univr.it/ricerca/aree.htm (pagine Web del gruppo di ricerca EPhP del Dipartimento di Psicologia e Antropologia culturale dell’Università di Verona, in particolare su Fenomenologia sperimentale della percezione, Percezione delle relazioni, Percezione di contrarietà, Percezione dello spazio)

Discografia e brani musicali in rete
http://www.neuhaus.it/italiano/discografia_di_h_neuhaus.htm (la discografia di Heinrich Neuhaus, che comprende molte composizioni per piano di Scrjabin)
http://www.classical.net/music/recs/reviews/master/scriabin.html (ampia e puntuale discografia delle composizioni di Scrjabin)
http://www-personal.umich.edu/~agreene/Fantasy.rm (si può ascoltare la Fantasia op.28 di Scrjabin eseguita dal pianista Arthur Greene)
http://www.classicalarchives.com/live/s.html#SCRIABIN (brani musicali di Scrjabin in diversi formati di file)