Guido Salvetti

La lucidissima analisi indirizzata agli studenti - gennaio 2003

CONSERVATORIO DI MUSICA "Giuseppe Verdi" di MILANO

Il Direttore

Mi rivolgo alla componente studentesca dei Conservatorio di Milano, riunita in assemblea il 13 gennaio 2003, o dispersa nei diversi corsi e nelle diverse aule. Penso che questo sia un preciso dovere del capo dell'istituto, anche se appartiene al ruolo dei docenti penso cioè che devo contribuire a uno sguardo unitario sulla situazione attuale per giungere a scelte che rispondano alle esigenze di tutti. Vorrei cioè, che anche gli studenti fossero perfettamente coscienti di quanto questo momento sia critico: uno di quei momenti, cioè, in cui le scelte che si compiono avranno - ne sono sicuro! - forti e spesso irreversibili conseguenze sul futuro.

Naturalmente, se fossi in una diversa sede, dovrei partire da come questo momento critico riguardi il mondo, percorso sempre più da venti di guerra e da conflitti di ogni tipo; o da come la nostra stessa nazione stia giocando, ora più che mai, il proprio ruolo nell'economia mondiale e nell'ordine politico europeo e internazionale -, o da come la nostra stessa cultura (il senso della nostra identità) sia spinta a una revisione di valori e di contesti.

Parlando per il Conservatorio di Milano e al Conservatorio di Milano, è opportuno che io attiri la vostra attenzione sui cambiamenti rapidissimi che coinvolgono la professione musicale - alla cui preparazione è finalizzato tutto il nostro operare - e lo stesso mondo della scuola e dell'università, a cui apparteniamo.

1. Occorre, dunque, essere coscienti dei mutamenti sapendo distinguere - Ci sono infatti mutamenti "oggettivi" le cui motivazioni risiedono lontane da noi, e sui quali non possiamo intervenire. Ma, se li conosciamo, possiamo predisporci i a governarne gli effetti su di noi e sulla nostra vita.

1.1. - Noti dipende da noi, ad esempio, se una politica liberista colloca il nostro Conservatorio nel bel mezzo di urta concorrenza spesso senza regole e protezioni. I nostri concorrenti sono tanti: a) le Università, pubbliche e private, che godono di risorse finanziare e di autonomia gestionale e didattica in una misura a noi finora ignota; b) le imprese private (Fondazioni, Accademie, Scuole di musica, le Scuole dei Teatri), che agiscono in totale libertà soprattutto nella scelta del personale docente e non docente.

Di fronte a questi concorrenti è però nostro preciso dovere di raccogliere la sfida sul piano della qualità, sottoponendo noi stessi a una profonda revisione dei fini e dei mezzi, con un processo di valutazione complessiva dei "servizio" che siamo in grado di offrire.

1.2. - Non dipende da noi, neppure, il nuovo contesto internazionale con il quale siamo chiamati a confrontarci, sempre di più, ogni giorno: a ) l'Europa, con il suo articolato sistema dì scambi e di sovvenzioni, e con la forte crescita culturale e musicale di paesi come la Spagna; b) l'estremo Oriente (Corea, Cina, Giappone) con il suo travolgente tasso di crescita, anche in ambito culturale; e) gli Stati Uniti, come sempre,- d) forse soprattutto l'Australia dove si aprono magnifiche sale da concerto, magnifici teatri (anche musicali) e magnifiche istituzioni scolastiche.

Di fronte a questo contesto internazionale occorre il massimo sforzo per sfruttare tutte le possibili occasioni che ce ne possono derivare. di conoscenza, di scambio di docenti, di scambio di studenti, di iniziative produttive congiunte.

1.3. - Non dipende neppure da noi se le risorse per la cultura sono soggette - da anni ormai - a un continuo ridimensionamento da parte dello Stato e degli Enti territoriali senza un corrispondente coinvolgimento dei privati, in assenza - ancora - di una legge che, ad esempio, agevoli le fondazioni culturali sul piano fiscale. In questa situazione, che sta diventando davvero drammatica anche per la normale gestione del nostro Conservatorio - e diventa terribile per i progetti di rilancio e di riqualificazione che stiamo sostenendo -, occorre la massima razionalizzazione delle risorse, con l'eliminazione ove possibile degli sprechi, con il coinvolgimento anche finanziario degli utenti proporzionato alle loro disponibilità, con la creazione di una rete di convenzioni e di accordi con chiunque può fornirci servizi e attività sulla base dello scambio a costo zero, con il coinvolgimento di associazioni e fondazioni che sicuramente possono interessarsi del Conservatorio di Milano se possiamo offrire un'immagine di eccellenza.

2. Ma si stantio facendo anche, scelte sulle quali possiamo influire direttamente o indirettamente, in positivo o in negativo.

2.1.- Molte di queste scelte riguardano la fisionomia stessa della nostra scuola, nel momento in cui sì avvia a diventare una scuola superiore post-secondaria, a livello universitario. Diventa impossibile ignorare le scelte compiute, in questa stessa situazione, da analoghe istituzioni europee, le quali, ad esempio, non hanno reso possibile talvolta soltanto per situazioni di fatto, la doppia scolarità che ha invece caratterizzato il nostro sistema, soprattutto negli ultimi decenni. La doppia frequenza università/conservatorio diventerebbe impossibile là dove si chiedesse una presenza in Conservatorio per almeno quattro giorni alla settimana (com'era del resto fino agli anni Settanta). Ma questa nuova situazione renderebbe ancor più inaccettabile l'assenza di spazi per lo studio degli studenti, e apparirebbero troppo esigue e occasionali le agevolazioni che stiamo approntando per il vitto e l'alloggio dei fuori-sede.

2.2. Non sfugge a nessuno - io credo - che anche una questione apparentemente marginale e pratica come questa, comporta scelte che incidono sulla natura e soprattutto sulla qualità dei processi formativi. Il Conservatorio potrà essere considerato come soggetto di formazione superiore esclusivo al pari dell'Università solo nel momento in cui offrirà un percorso formativo e professionalizzante davvero completo. E' questo lo sforzo che stiamo compiendo con la formazione di piani di studio, per il conseguimento dei diplomi accademici, che siano il più integrati possibili: abilità ma anche competenza; conoscenza, ma anche comprensione; acquisizione, ma anche capacità di elaborazione personale; professionalità definita, ma anche disponibilità all'autoaggiornamento.

2.3 - Siamo anche impegnati a organizzare un secondo livello dì formazione: quello che dovranno diventare i corsi per il conseguimento del diploma accademico di secondo livello. Qui occorre compiere scelte molto equilibrate, che non restringano troppo l'ambito delle conoscenze, ma che anche non perpetuino una formazione eccessivamente generalista.

2.4. - Quanto più il Conservatorio si concentrerà sul segmento superiore della formazione musicale, tanto più dovrà compiere scelte equilibrate e ragionate per quanto riguarda il suo rapporto con la formazione musicale precedente. Non avrebbe senso un'accademia disinteressata al processo formativo di base, non fosse altro per i riflessi che questo avrebbe quasi nell'immediato sulla quantità e sulla qualità di coloro che vi si iscrivono. I docenti di questo Conservatorio, da me coordinato stanno iniziando un lavoro per definire i modi e i contenuti di accesso ai corsi del Conservatorio superiore, su questa base sarà importante organizzare una serie di contatti con tutte le scuole del territorio, conservatori e istituti pareggiati, scuole comunali e cooperative, e simili. Una progettazione integrata sarà, del resto, nell'ordine stesso delle cose se il Conservatorio svilupperà sufficientemente la sua funzione di formazione e aggiornamento degli insegnanti nelle scuole musicali e non musicali.

2.5. - Ci sono, infine, le quotidiane scelte tra la salvaguardia dei "valori" da tramandare nel mutare delle situazioni storiche e delle generazioni e la risposta aggiornata alle richieste "del mercato" e della società contemporanea. Naturalmente, nessuna delle due prospettive può essere scelta in modo assoluto: la vocazione conservatrice è destinata allo svuotamento delle prospettive professionali dei nostri giovani; ma anche la passiva risposta alle leggi di un presunto mercato sarebbe un tradimento alla ricchezza delle prospettive che un'istituzione come la nostra può aprire, offrendole - non solo mutuandole - alla società contemporanea. Le scelte della nostra scuola devono nascere quindi da una ricerca costante, e non da automatismi di conservazione o di superficiale modernismo. Comunque sia, la grande svolta negli sbocchi professionali del nostro Conservatorio riguarderà non poche nuove figure professionali che si riferiscono alle tecnologie musicali e alla gestione delle molteplici attività musicali oggi esistenti.

3. Di fronte a questo complesso di scelte, la domanda che sorge spontanea è: a chi ci affidiamo per la loro realizzazione? al solo Consiglio di amministrazione, che allarga o restringe i cordoni della borsa per questa o quell'attivítà? oppure al solo Collegio dei professori che ha tradizionalmente gestito finora le attività didattiche, ma in contesti molto meno critici e complessi?

3. 1. - Sono sinceramente convinto che la gestione di queste scelte deve avvenire in organismi in cui siano fortemente rappresentati anche gli studenti. E in alcune questioni la loro presenza dovrebbe essere addirittura essenziale: ad esempio, per la distribuzione delle borse di studio e dei contributi per gli scambi internazionali e per le convenzioni; per l'uso degli spazi e delle attrezzature.

3.2. - Ma per far questo gli studenti hanno bisogno di una rappresentanza democraticamente eletta, la quale deve svolgere, a mio parere, un triplice compito: garantire la circolazione delle informazioni tra gli studenti e contemporaneamente raccoglierne le esigenze da far valere presso gli organi di gestione competenti; partecipare al lavoro organizzativo e alla gestione quotidiana delle questioni che li riguardano; contribuire con le proprie convinzioni e i propri punti dì vista alle scelte generali (politiche) sulla natura e la funzione della nostra istituzione.

Con l'augurio, quindi di raccogliere nella Rappresentanza. Studentesca d'Istituto che state per eleggere, la ricchezza delle diverse idee e delle diverse culture, auguro a tutti voi di poter vedere rinnovarsi nella direzione migliore il nostro Conservatorio, in modo che si possa mantenere e crescere l'orgoglio, per noi, di esserne parte viva e attiva.

Guido Salvetti

13.01.03