Le Toccate di Frescobaldi - catalogo ragionato
Frescobaldi - autografo

Frescobaldi - Autografo

Girolamo Frescobaldi pubblicò due libri di Toccate per organo o clavicembalo.

Il primo libro

Il primo libro venne pubblicato nel 1615 con il titolo Toccate e Partite d’intavolatura di Cimbalo libro primo.
 
Sia nella ristampa del 1615-1616 sia in quella del 1637 vennero aggiunti alcuni brani alla raccolta, ma per quel che riguarda le dodici Toccate esse non furono modificate.
 
La Toccata frescobaldiana si rifà al carattere improvvisatorio della primitiva “intonazione”, ossia una serie di  accordi fondamentali seguiti da diminuzioni che serviva a “intonare” un certo modo.
 
La prima Toccata
(vai all'analisi) presenta subito dei tratti di novità rispetto alla toccata classica: non sono presenti i tradizionali accordi introduttivi.
Altra caratteristica peculiare di questa Toccata è il gran numero di modulazioni e di cadenze.
Questa prima toccata vive ancora in un ambiente modale, ma sono già presenti tutti quei fenomeni caratteristici del sistema tonale.
E’ dunque un classico esempio del “territorio di confine” tra modalità e tonalità.
 
La seconda Toccata rappresenta uno dei culmini della produzione frescobaldiana.
Essa è giocata sul contrasto tra gli accordi solenni dell’inizio e le sonorità  energiche della conclusione e momenti di dolce melodia.
Proprio  queste parti più “melodiche” sono un esempio tipico di vocalità strumentale frescobaldiana.

Frescobaldi - esempio

Le infrazioni al sistema modale sono evidentissime.
 
La terza e la quarta Toccata sono ispirate a intensa vivacità ritmica e a grandi slanci canori.
In entrambe il sistema modale principale viene spesso soppiantato dal sistema satellite di quinto grado.
Oltre a ciò, la presenza della sensibilizzazione del settimo grado dà un gusto prettamente tonale a quasi tutte le cadenze.
 
La quinta Toccata sorprende anch’essa per la mancanza di introduzione. L’incipit è composto addirittura da una polifonia a due voci.
Pur essendo presenti tutte le infrazioni caratteristiche al sistema modale, la scrittura polifonica impedisce la percezione chiara dell’elemento tonale.
 
La sesta, la settima e l’ottava Toccata non presentano caratteri di grande novità: risentono di influenze meruliane, sweelinckiane, gabrieliane.
 
Un altro capolavoro è invece la nona Toccata in un clima di interiore tristezza sembra già preannunciare Bach.
L’impianto è prettamente modale, anche se spesso in trasparenza appare un qualche cosa di tonale, tipicamente nelle cadenze.

Frescobaldi - esempio

Di atteggiamento opposto è la decima Toccata.
L’inizio è insolitamente energico, la parte centrale è svolta in maniera contrappuntistica, mentre il finale non è altro che una semplice progressione sonora.
Frequenti sono i passaggi al sistema satellite di quinto grado.
 
L’undicesima Toccata è caratterizzata da un clima generale di instabilità. Questo clima è dato innanzitutto dall’insistente cromatismo, poi dall’irrequietezza ritmica e dalla frammentarietà dei passi.
Proprio il cromatismo rende difficile un’analisi sia modale sia tonale.
 
Completamente diversa dalle altre è l’ultima Toccata. I suoi  lunghi accordi con frequenti legature di valore e ritardi conducono spesso a modulazioni sconcertanti.

Frescobaldi - esempio

Frescobaldi infrange in continuazione le regole del sistema modale, cercando di sondare tutte le possibilità di un terreno ancora inesplorato.
 

Il secondo libro

Completamente diverso è il secondo libro, composto da undici Toccate più altri pezzi.
 
Questa diversità è ben visibile già nella prima Toccata, caratterizzata da una sensibilità armonica completamente nuova rispetto alle precedenti.
 
La seconda Toccata è invece più simile a quelle del primo libro.
 
La terza e la quarta Toccata sono entrambe “da sonarsi alla elevazione”.
Questa particolare destinazione liturgica ben si addice al clima lirico e meditativo delle due toccate.
 
La quinta e la sesta Toccata invece rappresentano alcuni tra i momenti più monumentali dell’arte frescobaldiana.
Esse sono da sonarsi “sopra i pedali e senza”, ossia sopra le note pedali Sol, Do, Fa, La, Re, Sol per la quinta e Fa, Do, Sol, Re, La, Do, Fa per la sesta.
La quinta si distingue per il solenne lirismo che tiene sempre a freno l’elemento virtuosistico.
La sesta parte da un tema già usato da Fogliani e da Merulo e si conclude con un contrappunto fiorito a due voci.
 
La settima Toccata è, come la seconda, simile a quelle del primo libro.
 
L’ottava Toccata è ben descritta dalla definizione “di durezze e ligature”. 
E’ caratterizzata da un contrappunto a quattro voci dove ritardi, cromatismi, risoluzioni eccezionali di cadenze perfette e cadenze evitate provocano un clima di costante instabilità armonica.
 
La Toccata nona rappresenta uno dei vertici della produzione frescobaldiana. Essa è un insieme di variazioni prettamente clavicembalistiche dove giunge al limite il processo di disintegrazione del testo musicale in brevi sezioni contrastanti per stile, metro e tempo.
La difficoltà di questo pezzo è ben conscia all’autore, che scrive che “
Non senza fatiga si giunge al fine”.
Da notare in questa toccata sono appunto il continuo cambiamento delle figurazione, l’imprevedibilità armonica, la grande inventiva e la grande fantasia ritmica.

Frescobaldi - esempio

Sullo stesso piano di ricerca si collocano la decima e l’undicesima Toccata.

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