SIMMETRIE DEL COLORE

L'idea di simmetria del colore o invarianza rispetto allo scambio di determinati colori, venne introdotta negli anni trenta quando si cominciò a parlare di simmetria dicromatica (o anche antisimmetria) per descrivere l'invarianza di una configurazione sotto l'azione di una operazione di scambio tra i due colori bianco e nero.

La nozione di simmetria del colore venne quindi estesa dal caso dicromatico (l'invarianza rispetto allo scambio di due colori) al caso policromatico (l'invarianza rispetto a trasformazioni che coinvolgono più di due colori) nella seconda metà degli anni cinquanta, periodo in cui si passò allo studio sistematico dei possibili gruppi di colori.

Illustrazioni particolarmente suggestive della simmetria di colore, se intesa letteralmente, si devono al grafico olandese M.C.Escher, i cui disegni, per la ricchezza e varietà delle simmetrie che presentano, sono sempre oggetto di particolare attenzione da parte di chi si occupa della teoria della simmetria.

Ma i colori possono anche avere la funzione di puri contrassegni, come nel caso in cui il bianco e il nero stanno a indicare il segno positivo o negativo di una carica elettrica o di un momento magnetico: è proprio per descrivere proprietà di questo genere che, negli anni Cinquanta, fisici-chimici quali A.V. Shubnikov e N.V. Belov si diedero allo studio delle possibili forme della simmetria di colore, arrivando alla classificazione sistematica dei gruppi di simmetria dicromatica e policromatica.