Musica e trance
Musica e trance: una via per la conoscenza.

Miniatura con Dhikr

“Il potere concesso all’uomo di concepirsi diverso da quello che si è”
così scriveva Jules de Gautier a proposito della tendenza umana di smettere, anche solo momentaneamente, di essere ciò che siamo nell’esistenza quotidiana.

E cosa è la Trance se non un’esperienza di rottura della coscienza umana?

Il bisogno di annullare il “se” cosciente può essere letto come un modo per rifuggire i limiti, superare la finitezza di un essere per definizione precario (il termine trance (si può scrivere anche transe) deriva infatti dal latino “transire”, morire, andare al di là”).

La trance si presenta attraverso tre tipi di “rottura”:

- l’essere fuori da sé (condizione raggiunta dai mistici nelle loro estasi);
- il proiettarsi in un altro mondo (come avviene nello sciamanismo);
- diventare un altro rispetto a se stesso (come nel caso della possessione).

E’ interessante notare che la trance può essere di tipo profano ma il più delle volte è di tipo religiosa.

Foto di Dhikr

Dhikr

La musica accompagna gran parte dei rituali di trance in quanto è il mezzo che consente di immergersi in questo stato di rapimento, mezzo perché non tenta di provocarla ma di organizzarla, di socializzarla.

Unica fra le arti ad assumere in sé il potere sublime di alterare il ritmo quotidiano del tempo contribuendo ad avvicinarci alla sfera del sacro (tempo sacro).

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