Chi sono
Un cammino lungo un anno
«Il
futuro ha un
cuore antico, e avviare un nuovo rapporto
culturale col remoto passato
salda una nuova unità
spirituale fra noi e i popoli scomparsi che, come astri spenti,
continuano a irradiare il lucente messaggio che giunge sino a noi.
A essi mancò il dovuto riconoscimento di essere stati alle
origini operanti
sugli avvenimenti dei nostri destini».
Giovanni Semerano
Un Anno Sabbatico ogni tanto ci vuole, questo il primo, nella mia vita,
e dire che insegno da quando avevo 18 anni, ormai son
35, volgendo la mia vita al 54esimo anno tra poco, il 4 dicembre.
Una sorta di "fermo biologico", nel quale lo spezzarsi ogni giorno in
mille pezzi consente più ampi respiri nei quali reincollarsi
e ritrovarsi.
Io ho ri-trovato me stesso e le ragioni del mio vivere, dopo una certa ubriacatura tecnologico-informatica, e forse qualche illusione da Conservatorio "riformato".
Son partito cercando - senza troppa convinzione, a dire il vero - di occuparmli di e-learning [parola totem delle più abusate] e ho finito per occuparmi di Musica e Riti, di ri-considerare la centralità del pensiero della Morte, passando per i campi dell'Informatica umanistica, e ivi constatando anche la miope "lontananza" delle istituzioni, vicine e lontane, tutte.
A propiziare, anche, l'atanor [o la "caverna"] di una richiesta di separazione [poi rientrata] prima, la morte di mio padre poi, gli occhi di mia figlia, e la mia coscienza, sempre.
I colpi del
destino ritornano di continuo e sfidano l'uomo a mettersi in gioco
non più a questo o a quel titolo, ma semplicemente in quanto
uomo.
E' il grande tema che percorre la musica:
le figure, mutevoli, si dirigono tutte verso il punto in cui l'uomo
incontra se stesso
in proporzioni contro le quali il tempo non ha più alcun
potere,
dove lui stesso diviene l'artefice del proprio destino.
E' l'esorcismo supremo, tremendo, riservato esclusivamente al maestro
di vita che,
attraverso le porte del giudizio, ci guida al riscatto.
Ernst Junger - Il trattato del ribelle
Svanita l'ubriacatura tecnologica, ho ritrovato quei valori che
cercherò di tradurre nel lavoro di ogni giorno, usando
sì strumenti "moderni", ma senza permettere loro di andare
oltre la loro funzione, ausiliaria e servile.
Da ultimo:
per un musicista il solo concetto di
"professionalità" [ossia l'essere utili ad un "sistema"] non
è soltanto limitante, ma
anche fuorviante, se solo lo si confrontasse col significato - consueto ede antico anche per un musicista
- di
Maestria, che
contiene radici profonde di consapevolezza e di
identità, ma anche di Maestria, in senso tradizionale, nei confronti
del proprio Essere e della propria Anima, oltre lo specifico tecnico.
Per questo desidero mettere a disposizione di chi li voglia e sappia cogliere strumenti di consapevolezza, e di porre, di questi, semi nella grande Rete, perché possano radicare su terreni fertili, oltre l'hortus conclusus del mio lavoro.
"Le
novità si ottengono arrangiando in maniera inedita le
cose del passato"
Jacques Monod
Chi desiderasse leggere il mio curriculum [non troppo aggiornato, a dire il vero...], lo può leggere al vecchio sito, qui.
Quando insegni, insegna allo stesso tempo a dubitare di ciò che insegni.
(Ortega y Gasset)
Joanne Maria Pini - chi sono - 31 ottobre 2006. Torna in alto