Musica e riti
Musica e riti: perché
Nel mondo occidentale l'uomo sta perdendo il contatto con una parte di
se stesso: occorre una visione che non ci veda né apocalittici
né integrati ma che ponga come obbiettivo quello della
consapevolezza.
La tecnologia e l'economia sono, per l'uomo comune [ma purtroppo non
solo] le uniche coordinate, arrivando ad occupare lo spazio che era del
Mito, delle religioni, del Sacro, modificando pesantemente lo stesso
concetto tradizionale di identità.
Il porre come punto focale del nostro lavoro uno studio su Musica e
riti ci permette di considerare argomenti quali il Rito, la Morte, il
Silenzio, il Sacro e la Conoscenza: ragionando sui medesimi, oltre a
ri-trovare la parte pìiù autentica di noi [che è
anche compito del Controeducare], retroagendo ci faranno anche
ri-considerare cosa sia Musica.
Il pensiero simbolico è più antico di quanto
l'antropologia corrente creda; recenti studii, recenti ritrovamenti,
l'hanno pesantemente retrodatato [vedi Darwin - Francesco D'Errico].
L'uomo occidentale necessità sempre - ahimé - di
riscontri scientifici, mentre basterebbe guardare dentro se stessi per
rendersi conto dell'esistenza di un nucleo che connota così
profondamente il nostro Essere, da non poter essere né cosa
recente né cosa da ignorare: in questo nucleo il Sacro, il senso
della Morte, il Rito.
Contenuti rimossi, contenuti svuotati, ridotti a meccanismi automatici, annegato in un consumismo tanto ebete quanto colpevole.
L'uomo ha capovolto il suo rapporto con la Natura, crede sia al suo
servizio, cerca di dominarla, segando così il ramo su cui siede.
L'occidente è figlio dell'Illuminismo [e altre civltà,
assumendo questi modelli, o essendogli imposti, sono sulla via della
rovina] e la "Ragione", da sola, produce incubi e mostri, quelli che ci
circondano: antidoto la consapevolezza, la controeducazione, per
trovare una via salvifica e, assieme ad essa, la dignità di
Essere umano.
A partire da queste considerazioni la decisione di lavorare su Rito, le
sue connessioni col fatto musicale, con la Morte [progetto "Requiem", e
cosa meglio della Musica Massonica] ma anche sul Silenzio, naturalmente
dal generale al particolare, fino al lavoro artigianale di analisi
scolastica.
All'interno dell'argomento "Rito" ritengo assai utile "ragionare" tra
musica e Massoneria [ne vedremo i motivi precisi] perché la
Libera Muratoria rappresenta la più nobile delle Tradizioni
occidentali [e l'unica ancor viva, assieme al Compagnonaggio in
Francia] avendo attraversato tempi e civilità recando sempre
l'identico messaggio, le medesime conoscenze, i medesimi valori.
In rapporto alle sfaccettature considerate, esiste un corpus musicale
che permette il lavoro più propriamente "istituzionale"
all'interno della materia, ma anche, ai fini della necessaria
consapevolezza, uno studio sul Silenzio, fino alle sue ricadute,
nell'interpretare [e nel "leggere"], successive al "comprendere"
davvero!
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